Usare la tecnologia informatica senza un pensiero digitale è come comprare una automobile e farla trainare dai buoi; dentro si sta comunque più comodi di un carro di legno però…
Se trasferiamo la logica del documento cartaceo su computer non abbiamo fatto un’evoluzione; abbiamo soltanto cambiato gli strumenti.
È il caso, per esempio, di register.it che per attivare la PEC mi ha chiesto di scaricare un modulo, stamparlo e compilarlo e ricaricarlo, dopo averlo acquisito con scanner, ma non in formato PDF ma come immagine JPEG.
Fa molto ridere considerato il fatto che questo provider sia anche fornitore di soluzioni SPID e che da tempo siano in vigore leggi che tentano di spingere verso la dematerializzazione.
Senza considerare il fatto che per attivare la casella PEC, magari un po’ di corsa, potrei non avere uno scanner (obsoleto in ottica dematerializzazione). Tutto ciò ha comportato una notevole perdita di tempo rispetto ad una semplice firma digitale.
In sostanza la burocrazia, quella becera, ridondante e inutile, è dura a morire anche se fatta al computer.
Quindi il problema a monte è che chi ha pensato a questa procedura non è fornito di pensiero digitale ma non ha fatto altro che trasportare il medium ‘carta’ su media elettronici.
È senz’altro molto difficile uscire da un approccio materiale ai problemi; toccare con mano oggetti è più facile che immaginarli e lavorare su elementi astratti.
Tuttavia se non c’è la comprensione degli strumenti che la tecnologia informatica mette a disposizione e si continua a ragionare come trent’anni fa, il risultato è che il nostro quotidiano vedrà solo più complicazioni e vantaggi.
La prima domanda che si dovrebbe fare a chi si occupa di IT è se ha compreso ciò che deve fare (se ha un pensiero digitale) e non se conosce a memoria linguaggi e database.
Un altro esempio è quello della fattura elettronica.
La documentazione ufficiale disponibile sul sito ufficiale è fatta da chi pensa che un tracciato record debba essere rappresentato con colori sfavillanti e un layout accattivante e non si pone minimamente il pensiero digitale che comporta, da parte degli utenti, la necessità di tradurre questo tracciato in un qualcosa di utile per i propri sistemi informatici.
È probabile che chi ha scritto questi documenti si spacci per esperto informatico ma probabilmente è solo un powerpoint dipendente.